Villasor (Biddesorris o Bidda de Sorris in sardo) è un comune italiano di 6 927 abitanti della provincia del Sud Sardegna.
Si trova al centro del Campidano di Cagliari, dista dal capoluogo 25 km e vi è collegato tramite la linea ferroviaria Cagliari-Golfo Aranci e la strada statale 196.
Storia
Nel territorio sono attestate presenze risalenti alla civiltà nuragica (resti di nuraghi e complesso denominato Su Sonadori). La presenza di colture cerealicole è testimoniata a partire dal periodo punico. Lo sfruttamento agricolo proseguì in epoca romana, e nel territorio si riscontra la presenza di necropoli, dei resti di un ponte in località Ponti Perda e di un piccolo insediamento presso la sorgente termale di s'Acqua Cotta.
Villasor divenne un distinto centro in epoca bizantina. Intorno all'anno 1000 vi si trovava la chiesa oggi scomparsa di Santa Maria di Gippi (non di Santa Sofia, come erroneamente riportato in diversi testi, la quale si trovava a Decimoputzu) di cui si conservano dei frammenti marmorei con iscrizioni in greco nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.
Nel periodo giudicale il territorio di Villasor era compreso nel Giudicato di Calari (Cagliari) e faceva capo alla curatoria di Gippi, o di parte Ippis o Jppis.
Agli inizi del XV secolo il paese, a causa di pestilenze e della lunga guerra sardo-catalana si era spopolato, come anche molti villaggi vicini. Nel 1414 Giovanni Sivilleri venne infeudato della curatoria di parte Ippis. La carta di infeudazione, datata al 27 ottobre, riporta come ancora popolate le seguenti ville: Ippis Suso e Jossu, Leni, Pau de Vinias, Capo di Pau Suso e di Pau Josso, Nispidi, Anquesa, Fanari Susu e Josso, Serramanna, Decimoputzu, Ussana, Seibellas e Sorris e ottenne dall'arcivescovo di Cagliari, Pietro Spinola, il permesso di costruire un castello o una casa fortificata, per difendere il sito per maggiori informazioni consulta la pagina del comune qui |