Villa Santa Maria (La Vìlle in dialetto villese) è un comune italiano di 1 350 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo. Fa parte ed è sede della Comunità montana Valsangro.
Il centro è molto famoso in ambito culinario per la numerosa presenza di cuochi, la cui tradizionale presenza di botteghe da formazione di chef risale al XIII secolo. Nel XVI secolo vi nacque San Francesco Caracciolo, considerato il "patrono" dei cuochi. Negli anni '60 fu costruito un istituto alberghiero per conservare la tradizione, e fu istituito il "sui generis" Museo del Cuoco nel Palazzo Caracciolo.
Storia
Alcuni reperti archeologici trovati nei dintorni del paese attestano che la zona del Medio Sangro nei pressi della cittadina era abitato già in epoca italica (verosimilmente da gente di stirpe frentana). Durante le invasioni barbariche e ottomana fu ripetutamente invasa, il che costrinse la gente a rifugiarsi nei pressi della roccia chiamata volgarmente "La Penna". Infatti il luogo originario era poco distante dalla chiesa della Madonna in Basilica. In seguito fu feudo di varie famiglie, ma il clou si ha con la famiglia dei Principi Caracciolo (XVI secolo) i quali costruirono il castello. Le abitazioni della zona Congrega sono state edificate tra il XVIII e XIX secolo.
Durante la seconda guerra mondiale, erano presenti in paese alcune famiglie di profughi ebrei stranieri in domicilio coatto, che fraternizzarono con la popolazione locale. All'arrivo delle truppe tedesche nel 1943, il podestà Roberto Castracane negò recisamente che ebrei fossero ancora presenti in paese pur essendo a conoscenza che almeno una famiglia di essi, gli Steinberg, era nascosta presso la famiglia Piccone. Non appena - dopo un mese - le truppe tedesche lasciarono il paese, la famiglia Steinberg fu guidata a attraversare le linee e a raggiungere gli Alleati. Per questo impegno di solidarietà , il 16 aprile 1978, l'Istitu per maggiori informazioni consulta la pagina del comune qui |