Faver (Fà ver o Fà oro in dialetto cembrano) è stato un comune italiano di 849 abitanti in provincia di Trento, noto per la propria produzione vinicola; è un caratteristico villaggio cembrano dal clima mite. Il 1º gennaio 2016 si è fuso con Grauno, Grumes e Valda per formare il nuovo comune di Altavalle.
Il paese è tradizionalmente diviso in due rioni: Còrt e Vich, ciascuno dotato di una fontana e una piazza. I due rioni erano divisi da una frona, che costituiva anche il confine di giurisdizione. Vich era amministrato dai signori del Castello di Segonzano e Cort dai signori di Monreale (Königsberg)
Storia
Il paese subì gravi danni durante le guerre napoleoniche, alle quali sono legati numerosi racconti popolari.
Nel 1918 una colonna italiana piazzò un paio di mitragliatrici al Crocifisso di Costor sulla strada cembrana; con questo espediente si ottenne la resa dei reparti austriaci.
Nel primo dopoguerra si formò un Partito Socialista Italiano, che nel 1922 vinse le elezioni comunali.
Anche durante la Seconda guerra mondiale la strada di Cembra fu percorsa dai Tedeschi in ritirata.
Solo nel secondo dopoguerra Faver ebbe un'evoluzione edilizia ed economica.
Monumenti e luoghi d'interesse
Luogo particolarmente curioso, nella Val dei Pozzi, sono le cave del M. Vallaccia, dove c'era un tabernacolo di pietra arenaria, detto l'òm selvà dech per via di un essere leggendario che abitava la foresta e che scomparve dopo la benedizione del vescovo di Trento. (da verificare)
La Chiesa parrocchiale di S. Filippo e S. Giacomo fu consacrata nel 1116, ma fu ricostruita nel 1462 e più volte ampliata nei secoli successivi. Circa tre secoli dopo la chiesa fu bruciata dai Francesi, che posero il paese a sacco. Dopo questo incendio, che coinvolse anche alcune abitazioni, la chiesa fu ricostruita nelle attuali forme tra per maggiori informazioni consulta la pagina del comune qui |