Sindia (Sindìa in sardo) è un comune italiano di 1 720 abitanti della provincia di Nuoro, di cui costituisce l'estremità occidentale.
Geograficamente il suo centro abitato è posto sull'altopiano di Campeda, mentre parti del territorio comunale ricadono nelle subregioni storiche di Planargia, Marghine e Montiferru. Fa parte della diocesi di Alghero-Bosa. Il nome ha origine preromana, ma etimologia incerta.
Storia
Il territorio sindiese fu abitato in modalità diffusa fin dall'antichità , come dimostrano gli oltre 40 nuraghi presenti nel suo territorio.
Anche in epoca romana, Sindia, ebbe una posizione di importanza strategica: il suo territorio è attraversato da vari tratti di strade romane secondarie (dette "diverticulae") nelle regioni di Sos Contones, "Montecodes" e dai resti di due ponti romani sul "riu Carrabusu" e di "Oinu".
Tracce di ceramiche e sepolture furono rinvenute in tempi passati presso i nuraghi Sa Mandra, Sant'Arvara (in Sindiese "Sant'Alvara") e Corizanas.
L'odierno abitato di Sindia, nasce intorno alla chiesa medievale di San Pietro, costruita dai frati cistercensi e dai servi che lavoravano nella Grangia (azienda agricola, legata alla chiesa di Santa Maria di Corte).
Probabilmente esisteva già un piccolo nucleo abitativo, composto da abitazioni denominate pinnettas (tradizionali abitazioni a cono, coperte, costruite a secco da piccole lastre di pietra e usate dai pastori) intorno al nuraghe Giambasile (situato in via Eleonora all'interno del cortile di casa Virdis), intorno alle zona denominate "Coa pira" e "Maraseche".
A questo preesistente nucleo, intorno all'anno 1150, si concentrarono e unirono gli abitanti sparsi in piccoli centri demici nelle località di Muristevene, Sa Mandra 'e Sa Giua, Santu Deormitti (dove esisteva un santuario preesistente all'attuale chiesa), Corizanas, Sant'Alba per maggiori informazioni consulta la pagina del comune qui |