Trecenta (Tresenta in veneto, Tarsenta in dialetto ferrarese) è un comune italiano di 2 805 abitanti della provincia di Rovigo, in Veneto, situato ad ovest del capoluogo.
Storia
Trecenta risale ai tempi dei Romani, che nel 163 a.C. la strapparono agli Etruschi per stabilirvi, con nome di Annejanum, un accampamento militare a 130 (Centum Triginta) miglia romane da Rimini. Per la sua posizione strategica, Trecenta fu saccheggiata dalle principali tribù barbare fra il 263 e il 774, quando passò sotto il Papato.
Nel 1017 Richelda, moglie di Bonifacio IV di Toscana, donò il paese all'Abbazia di Nonantola. Fu poi feudo del vescovo di Ferrara, dal quale passò agli Estensi .
Dal 1208 al 1799 fu dominata dagli Este e poi dalla Chiesa; sotto la loro amministrazione furono bonificate le paludi che circondavano il paese (qualcuno fa risalire l'origine del nome a “Terra esenta†dall'acqua). Le invasioni ripresero nel 1701, fino al 1796 con l'arrivo di Napoleone. Dopo il congresso di Vienna del 1815 nel paese sorse una sottovendita della Carboneria, con ritrovo presso Villa Trebbi. Nel 1866 Trecenta entrò nel Regno d'Italia. Nel 1878 fu chiamato dall'Amministrazione Comunale il medico recanatese Nicola Badaloni che tanto si adoperò per il riscatto dei braccianti, soprattutto dopo l'alluvione dell'Adige del 1882.
Il padre del socialismo rodigino fu Nicola Badaloni con la collaborazione di Gino Piva. L'entusiasmo politico e sindacale di Gino Piva fu così contagioso che il primo sciopero del 1894 rimase memorabile tra i braccianti del Polesine, tanto da essere ricordato in un canto popolare del tempo:
Evviva Gino Piva / che col suo bel parlare / tutta la provincia / ha fatto ribellare.
Nel 1928 il comune ha incluso nel suo territorio parte del comune soppresso di Crocetta.
Dopo l'alluvione del 1882 segu per maggiori informazioni consulta la pagina del comune qui |