Giovo (Gióf in dialetto trentino) è un comune italiano sparso di 2 523 abitanti della provincia di Trento. Sede municipale è la frazione di Verla.
Storia
La chiesa pievana dell'Assunta di Giovo è nominata per la prima volta in un documento del 1145, quale bene posto sotto il patronato della Prepositura dei Canonici regolari di Sant'Agostino in San Michele all'Adige. Il primo accenno alla comunità di Giovo (Comunitas de Zovo) nel senso di amministrazione civile è del 1211, mentre nei documenti successivi è ben attestata la presenza di un'assemblea di Regola del comune. Per tutto il periodo medievale e fino alla soppressione napoleonica il territorio di Giovo (Comitatus Zovi et Faedi), comprendente l'area attuale di Giovo, Faedo, Lavis e l'area di San Michele sulla sinistra dell'Adige, continuò ad essere un feudo di proprietà del Principato Vescovile di Trento. Delle numerose investiture relative a questo strategico possedimento terriero beneficiarono dapprima gli Appiano.
Sede giurisdizionale fu l'antico castello di Monreale (o di Königsberg) a San Michele di cui si ha testimonianza già nel 1243. Verso il 1276 il castello e la giurisdizione passarono ai Conti del Tirolo che ne ebbero il controllo fino al 1407, anno in cui subentrarono i Thunn. Nel 1648 tennero il governo della giurisdizione gli Zenobio di Venezia e da ultimo gli Zenobio-Albrizzi che vi rinunciarono nel 1834. La contea di Giovo e Faedo rappresentò in passato un asse viario di grande importanza. Ad iugum (dal latino iugum = passo), donde il nome Giovo, era detto appunto il passaggio che da Salorno saliva al Sauch, e attraverso il territorio di Faedo, scendeva a Vesin (oggi Ville), aggirando a monte, in sinistra Adige, la piana spesso allagata compresa tra la Chiusa di Salorno e San Michele.
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