Monastero Bormida (El Munesté in piemontese) è un comune italiano di 933 abitanti della provincia di Asti, in Piemonte.
Il centro fu fondato dai monaci benedettini fruttuariensi nell'XI secolo.
Il castello medioevale che si trova al centro del paese, presenta al suo interno stanze con pavimenti a mosaico e volte con affreschi. Una torre alta ventisette metri contraddistingue la struttura, edificata intorno all'XI secolo e modificata con influenza di epoca barocca. Fa parte dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte.
Storia
Il Monastero fu fondato da un gruppo di monaci benedettini che, intorno al 1050 circa, vennero da San Benigno Canavese (abbazia di Fruttuaria) chiamati da Aleramo marchese del Monferrato per dissodare e seminare le terre devastate dalle invasioni dei Saraceni. Il castello attuale corrisponde appunto al sito dell'originario monastero, di cui restano soltanto la torre campanaria e pochi tratti murari, in particolare quelli prospicienti la piazza della torre. Con tutta probabilità esisteva una precedente fondazione monastica longobarda, testimoniata dal culto di Santa Giulia (la cui devozione fu diffusa nell'Italia settentrionale proprio dai Longobardi) che ancora oggi è patrona del paese e a cui è dedicata la parrocchiale settecentesca, e da alcuni toponimi longobardi come Braia, che significa regione posta nelle vicinanze di un fiume.
I Saraceni, provenienti dalla loro base provenzale di Frassineto - presso Saint-Tropez - scesero in Piemonte attraverso le Alpi e dopo aver distrutto il monastero di San Dalmazzo di Pedona - l'odierna Borgo San Dalmazzo - e quello di San Pietro di Ferrania, misero a ferro e fuoco il contado di Bubbio e giunsero fin sotto le mura di Acqui, dove furono sconfitti nel secolo IX. Nasceva così la divisione del Basso Piemonte in tre Marche (Aleramica, Arduinica, Obertenga), con a capo un Marchese. Monastero fu compreso nella Marca di Aleramo, per maggiori informazioni consulta la pagina del comune qui |